1-Cfr. il saggio Le Rire des Dieux, in Maurice Blanchot, L’amitie, Gallimard, Paris,1971.
2-Presentazione al catalogo della Mostra di Maria Micozzi alla Galleria Astrolabio, Messina, 1997. Per la Micozzi il frammento diventa una modalità di pensiero si vedano Schlegel e Valèry, ma anche Leopardi e Nietzsche, e le poesie dell’ultimo Montale, che sono “frammenti” che hanno quasi più parentela con il testo lirico abituale. Centrale, in questo modo di pensare, diventa non tanto il rapporto tra il frammento e il tutto , quanto piuttosto la sua realizzazione con la “cosa”: con l’unità minima dell’esperienza artistica. E’ un rapporto paradossale, in quanto ilo pensare frammentario trasforma la “cosa” in “cose”: ne fa lo spazio di una tensione plurale… Tra di loro gioca una polarità di esclusione. Non vi è nulla in comune con i poli del magnetismo. Qui i poli opposti non si attirano, si respingono” (Gaston Bachelard. La poétique de la reverie, Gallimard, Paris 1960; trad. it., Laterza, Bari,1972, pag 61)
3- “immagini e concetti si formano ai due poli opposti dell’attività psichica: l’immaginazione e la ragione.Tra di loro gioca una polarità di esclusione. Non vi è nulla in comune con i poli del magnetismo. Qui i poli opposto non si attirano; si respingono”. (Gaston
4- Per ogni riferimento allo scrittore francese si veda Georges Bataille, Oevres complete, a cura di C. Pichois, Gallimard, Paris. 1975 -76.
5- Cfr. E. Lévans. Altrimenti che essere o al di là dell’essenza. trad. it.di S. Petrosino e T.Aiello, Jaca Book, Milano, 1983.
6- Cr. Robert Clements, Michelangelo’s theory of art . New York. 1961. trad. It. a cura di E. Battisti, Michelangelo Le sue idee sull’arte.I e II vol. Saggiatore, Milano 1964.
7- A una prima osservazione, non in grado di cogliere i simboli, si rivela nelle opere di Maria degli ultimi quindici anni circa un contrasto: tra la perfezione della figura femminile, trattata come da antico maestro, e i materiali extrapittorici accortamente scelti a cui è associata. Soluzioni alogiche, coesistenze incompatibili: sono la realtà. E’ nel 1987 che Maria introduce contraddizioni e dissonanze anche dei materiali e non solo degli elementi rappresentati. In questo modo i materiali diventano l’ altro , ciò che imprigiona,ferisce, opprime, ma anche ciò che entra nell’avventura creativa. Proprio non credo che si debba parlare di onirico, di metafisico, di magico a meno che non vengano considerati tratti pesanti della quotidianità. E’ la realtà che interessa Maria. Per lei non esiste un mondo dell’arte che possa dare sicurezza isolandosi dai problemi ordinari della vita. (Francesco De Bartolomeis, Una nota per Maria Micozzi, in F. De Bartolomeis, F.De Faveri, N.Nuti, Maria Micozzi. Il segno forte della complessità, Menconi Peyrano Editori, Milano, 2001, p. 9).
8- Il materismo e il magisme informali diventano per la Micozzi (soprattutto per le sculture quali La vergine di Norimberga del 1997 e S-treghe del 2000) un elemento di gioco figurativo, una condizione della forma: non nel senso limitativo del caso, del “capriccio”, ma di una visione organica della forma come molteplicità e fenomeno, che ha un ventaglio culturale e proiettivo assai largo, da Gonzales a Corneill e a Beuys.
9- F. De Bartolomeis, F. De Faveri, N.Nuti, Maria Micozzi. Il segno forte della complessità, op. cit., p.41.
10- Gaston Bachelard, op. cit.
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