Lo spazio, il corpo, la città

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Tutta attorno

La città ti circonda e non dice 

lo spazio

 dell’astrazione,

la ragione delle sue geometrie,

   

nel ventre della madre antica

 l’infinito si è fatto luogo-

nella stessa  carne                 

             dove  nasce l’altro,

                  e  trema il desiderio,

      e   le  parole che  danno  nome.

 

Rimosso l’abbraccio primo

 le strade  della città  ti prendono

si tagliano

creando  cortili

confusi 

                   ostili-

 

I corpi tentano spazi fallici, ma

fragili,

impauriti tornano al chiuso 

…e poi, di nuovo, divorano il fuori

                                     

 …lungo gli   

   asfalti notturni cercano…

            -passi desideranti suonano a

                                                     richiamo,

    voglie migrano

           spiando il gioco delle porte

schiuse

    bocche segrete                                          

      carni scosciate,

         cariche di dolore e di vuoto,

 

 accoglienza

 esclusione

si confondono

nel mescolarsi dei corpi